Eroi a vent’anni. I giovani difensori della Repubblica
Nel momento in cui fu costituita la Repubblica, confluirono a Roma, da tutta l’Italia, patrioti decisi a combattere non solo per la difesa della città, ma per il conseguimento dell’agognata unità nazionale.
Oltre a figure già ampiamente note nel panorama italiano, ma anche internazionale, come Mazzini e Garibaldi, troviamo liguri quali Goffredo Mameli; emiliani quali Pietro Pietramellara; lombardi quali Giacomo Medici, Luciano Manara, Enrico Cernuschi, Emilio Morosini, Enrico Dandolo, veneti come Giacomo Venezian; toscani come Pietro Cironi, Nicola Fabrizi e Filippo De Boni; napoletani come Carlo Pisacane, calabresi come Giovanni Nicotera, solo per ricordarne qualcuno.
Con grande coraggio si batté anche il Battaglione universitario romano, che ebbe più volte gli elogi dello stesso Garibaldi. Molti di questi giovani persero la vita nei difficili giorni della difesa della Repubblica. Emblematica rimane la figura di Goffredo Mameli, tenente della Legione garibaldina che, mentre guidava il 3 giugno un attacco verso Villa Pamphili, venne colpito alla gamba sinistra, forse da una pallottola amica. Morì il 6 luglio, poco dopo aver scritto alla madre: “Sono in perfetta convalescenza, comincio a mangiare e il medico mi ha detto che tra due settimane sarò guarito”.