Moti del '48. Il biennio 1848-1849
Le rivoluzioni del 1848, che coinvolsero quasi tutta l’Europa, presentavano aspirazioni politiche comuni: introduzione di regimi costituzionali, indipendenza del potere giudiziario, libertà di espressione e di associazione. Centro del movimento fu ancora una volta la Francia dove, nonostante la proclamazione della Repubblica (febbraio), esplosero accese rivolte nei quartieri popolari di Parigi.
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Dalla repressione di questi moti prese avvio l’involuzione conservatrice dell’elettorato francese, che avrebbe portato al potere Napoleone III.
Forti agitazioni scoppiarono anche a Vienna, provocando la caduta del cancelliere Metternich (14 marzo). La rivoluzione si propagò a Praga e in Ungheria, dove il governo presieduto da Kossuth proclamò l’indipendenza del paese. Ma la rivoluzione venne presto repressa dall’esercito austriaco e da quello dello zar di Russia. In Italia il governo borbonico, minacciato di focolai rivoluzionari, fu il primo a concedere la costituzione, seguito dalla Toscana, dal Regno di Sardegna e dallo Stato della Chiesa. Intanto a Milano scoppiava la rivolta popolare delle Cinque giornate (18 marzo) e a Venezia veniva proclamata la repubblica. Le insurrezioni del Lombardo-veneto spinsero il Piemonte alla prima guerra d’indipendenza contro l’Austria, alla quale parteciparono anche volontari provenienti dai vari stati della penisola. L’incerta condotta della guerra di Carlo Alberto e la controffensiva austriaca costrinsero presto il Piemonte all’armistizio (agosto 1848).